Lo sport può creare speranza

dove prima c'era solo

disperazione. È più potente

dei governi per abbattere

le barriere del razzismo.

Lo sport è capace

di cambiare il mondo.

 Nelson Mandela

 

 

 Non crediate a quelli che

vi dicono che il mondo si

divide tra vincenti e

perdenti, perché il mondo

si divide soprattutto tra

brave e cattive persone,

questa è la divisione

più importante.

Poi tra le cattive persone

ci sono anche dei vincenti,

purtroppo, e tra le brave

persone, purtroppo, ci

sono anche dei perdenti.

 J. Velasco  

 

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cos'è l'A.I.D.S.

     L’ A.I.D.S. è una malattia a trasmissione sessuale dovuta al virus dell’Hiv. L’Aids (Sindrome da Immunodeficienza Acquisita) rappresenta lo stadio clinico terminale dell’infezione da parte del virus dell’immunodeficienza umana Hiv. Anche se le campagne mediatiche sul rischio Hiv sono (purtroppo) diminuite, l’Aids rimane un’emergenza anche in Italia. La Giornata Mondiale contro l’Aids, indetta ogni anno il 1º Dicembre, è un importante momento di informazione sulla tematica dell’Aids e della salute. La scelta del 1º Dicembre per la Giornata Mondiale contro l’Aids non è casuale: il primo caso di Aids è stato diagnosticato il 1º Dicembre 1981. 

 

     A distanza di più di 30 anni dall’inizio dell’epidemia non si sono ancora fermati i casi di contagio da Hiv e, purtroppo, di Aids si continua ancora oggi a morire. La medicina ha fatto certamente dei progressi per la cura dell’Hiv grazie alle terapie antiretrovirali, che pur non permettendo la guarigione consentono almeno di tenere sotto controllo l’infezione da Hiv. Ma l’emergenza Aids resta. Anche nei paesi industrializzati come l’Italia, infatti, la maggioranza delle persone infette da Hiv non è consapevole di esserlo: il virus dell’Hiv è inizialmente asintomatico e questo rappresenta una grave minaccia nella propagazione del virus. È molto importante sottoporsi al test per l’Hiv in caso di rapporti sessuali a rischio non protetti da preservativo. L'uso del profilattico è una precauzione imprescindibile per evitare scambi di virus e batteri attraverso i rapporti sessuali. 

 

     Anche in Italia i giovani sono oggi quelli a più alto rischio di infezione da virus HIV. Negli ultimi anni sono aumentati i casi di nuove infezioni con virus HIV tra i giovani di età compresa tra i 14 e i 24 anni. Molti giovani, infatti, vengono contagiati dal virus dell’Hiv proprio durante i primi rapporti sessuali non protetti da preservativo.

 

I CASI DI HIV IN ITALIA E LE TERAPIE DI CURA PER L’HIV 

 

     L’Italia è un paese dove l’accesso alle terapie per la cura dell’Hiv è garantito e abbastanza efficiente, sia pure con delle differenze territoriali. Ciò significa che le persone che vivono con l’Hiv (definite "sieropositive") hanno generalmente una buona qualità di vita e, se curate per tempo, non progrediranno verso la malattia dell’Aids. L’Italia è però anche un paese dove la prevenzione delle nuove infezioni da Hiv è carente: in Italia si fa poca informazione

 

     L’Istituto Superiore di Sanità parla di circa 4.000 nuovi casi di Hiv all’anno, ma la sensazione degli esperti è che siano molti di più. Una sensazione supportata dal presupposto che una persona su 4 non sa di essere affetta dall’Hiv e il test per l’Hiv si fa troppo poco. Inoltre solo 13 Regioni in Italia hanno attivato un sistema di sorveglianza, ovvero di registrazione dei nuovi casi di Hiv. I dati del COA (il Centro Operativo Aids dell’Istituto Superiore di Sanità) posizionano l’Italia fra i paesi dell’Europa occidentale con un numero medio alto di nuove diagnosi di casi di Hiv per anno

 

     Nonostante ciò, difficilmente seguono azioni concrete di prevenzione e informazione sul rischio reale di Hiv. E di questo vuoto sono sempre più spesso le associazioni di volontari a doversi fare carico. L’esempio della Svizzera, attualmente l’unico paese europeo che registra un trend in calo delle nuove infezioni da Hiv, dimostra che campagne informative semplici ed esplicite, incentivazione e distribuzione di preservativi, forti politiche di riduzione del danno per assuntori di droghe per via iniettiva, funzionano. In Italia, al contrario, si fa poca informazione, l’educazione sessuale nelle scuole si fa poco e male, di discriminazione nei confronti delle persone che vivono con l’Hiv non si parla più da molti anni, mentre il problema dell’Aids c’è ancora.

 

     Questi sono tutti elementi che non incentivano comportamenti più sicuri nella popolazione che vive nella disinformazione. La "Lila" (Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids - www.lila.it) gestisce diversi centralini di informazione e l’elaborazione delle richieste che riceve mostra che c'è ancora molta confusione, soprattutto tra i ragazzi. 

 

TRASMISSIONE DEL VIRUS DELL’HIV E RISCHIO CONTAGIO

 

     L’infezione da Hiv provoca un indebolimento progressivo del sistema immunitario, aumentando il rischio di infezioni e malattie da parte di virus e batteri potenzialmente letali a lunga distanza, e che in condizioni normali potrebbero essere curati facilmente. Dopo essere entrata in contatto con l’Hiv, una persona può diventare "sieropositiva" e cominciare così a produrre anticorpi diretti specificamente contro il virus Hiv, dosabili nel sangue. La sieropositività implica che l’infezione da Hiv è in atto e che è dunque possibile trasmettere il virus dell’Hiv ad altre persone. 

 

     La comparsa degli anticorpi anti-Hiv, però, non è immediata. Il tempo che intercorre tra il momento del contagio da Hiv e la comparsa nel sangue degli anticorpi specifici è detto “periodo finestra e può estendersi fino a 6 mesi. Durante questo periodo, anche se la persona risulta "sieronegativa", è comunque in grado di trasmettere l’infezione da Hiv. Per questo motivo è importante eseguire un primo test per l’Hiv dopo un mese (o un mese e mezzo) dal rapporto a rischio e ripeterlo anche dopo 3 mesi e dopo 6 mesi. Da sieropositivi, è possibile vivere per anni senza alcun sintomo e accorgersi del contagio da Hiv solo al manifestarsi di una malattia. Sottoporsi al test della ricerca degli anticorpi anti-Hiv è l’unico modo di scoprire l’infezione. 

 

     Esistono tre diverse modalità di trasmissione dell’Hiv: per via ematica (sangue - attraverso iniezioni o trasfusioni), per via sessuale e per via materno-fetale. La trasmissione attraverso il sangue rappresenta la principale modalità di contagio da Hiv nella popolazione dedita all’uso di droga per via endovenosa.  Nel mondo, però, la trasmissione sessuale è la modalità di trasmissione più diffusa dell’infezione da Hiv. L’uso corretto del profilattico può annullare il rischio di infezione durante ogni tipo di rapporto sessuale con ogni partner. La trasmissione da madre a figlio può avvenire durante la gravidanza, durante il parto o l’allattamento. Oggi è possibile ridurla al di sotto del 4% somministrando un farmaco alla madre e al neonato. 

 

     È bene ricordare che il virus dell’Hiv NON si trasmette attraverso strette di mano, abbracci, vestiti, baci, sudore, muco, e NON si trasmette attraverso bicchieri, posate, lenzuola o punture di insetti.

 

     Il virtus dell’Hiv NON si trasmette nemmeno frequentando palestre, piscine, docce, gabinetti, scuole e luoghi di lavoro, mezzi di trasporto, ristoranti, bar, locali pubblici.

 

HIV E PREVENZIONE

 

     Per quanto riguarda l’annosa questione del sesso più sicuro e dei preservativi, in Italia oltre il 70% delle nuove infezioni da Hiv è dovuto a rapporti sessuali non protetti da preservativo, più da parte di eterosessuali che di omosessuali.

 

     Eppure da anni, se non da sempre, si registra la quasi totale assenza di una qualsiasi campagna istituzionale di incentivo all’uso dei profilattici. Si dice che ormai i preservativi sono disponibili ovunque, ma non si discute mai del loro prezzo, che è piuttosto alto, soprattutto per i giovani. Tutto ciò che l’Italia sta facendo è una blanda campagna per spingere le persone a fare il test Hiv, ma il test è solo uno degli strumenti della prevenzione e da solo non è sufficiente ad arrestare la diffusione del virus.

 

Lupo Alberto: "Come ti frego il virus!"

Su commissione del Ministero della Sanità (oggi Ministero della Salute), nel 1991 Guido Silvestri, alias "Silver" (creatore di Lupo Alberto) e Vincenzo Perrone (che curò i testi) realizzarono questo opuscolo informativo e di prevenzione destinato soprattutto ai più giovani. Nel corso di questi anni sono cambiate tante cose, per fortuna gli antiretrovirali curano l'infezione da HIV frenandone il progredire, ma purtroppo due sono i fattori ancora molto preoccupanti. Da una parte il fatto che ancora dalla malattia non si guarisce e dall'altra l'abbassamento della soglia d'età in cui maggiormente ci si infetta, ovvero tra i 14 e i 24 anni sui dati più recenti dell'Organizzazione Mondiale della Salute.

 

Ecco l'opuscolo con alcuni aggiornamenti e piccoli adattamenti:

clicca qui o sull'immagine per poterlo sfogliare

 

Preserva l'Amore

Spot di prevenziane del contagio da HIV

Bruce Springsteen - Streets of Philadelphia

Dalla colonna sonora del film "Philadelphia" di Jonathan Demme

Freddie Mercury (Queen) - Somebody to love

Freddy Mercury, cantante e anima dei Queen, è stato forse la figura più amata dai giovani ad essere stato vittima dell'Aids. Gran parte della sua eredità è andata alla ricerca per la cura dell'Hiv