Lo sterminio dei Nativi Americani iniziò nel 1610 e proseguì fino al 1890 concludendosi con il massacro della popolazione dei Lakota nel Sud Dakota. Secondo le ultime stime si parla del 90% della popolazione.
Non si sa con sicurezza quanti fossero i Nativi d'America prima della colonizzazione, ma gli storici sono stati in grado di stimare, con una certa plausibilità, che nel 1500 circa 80 milioni di abitanti occupavano il nuovo mondo e nel 1550 sopravvivevano solo 10 milioni di indigeni. In Messico vi erano circa 25 milioni di persone nel 1500 e nel 1600 solo 1 milione di indigeni mesoamericani erano ancora vivi. Quindi si parla di circa 90 milioni di morti. Ma come è potuto accadere tutto questo? Perché?
Le cause di una tragedia di così ampie dimensioni sono molteplici, ma la principale fu la sete di potere e la bramosia di ricchezza degli europei sbarcati in America, si parla di persone che erano per lo più avventurieri senza scrupoli e che con tutti i mezzi cercarono di far fortune a scapito degli indigeni che invece non avevano la minima idea di cosa gli stava accadendo. È solo dal 1600 che si colgono i segni di una vera e propria aggressione.
Ad alimentare a dismisura la vanità degli europei, fu il fiorente mercato di pelli pregiate derivanti dal Nuovo Mondo, come quelle del castoro e della lontra, faticosamente procurate dagli "indiani". I furbi mercanti cominciarono a barattare con i nativi dando in cambio oggetti di scarsissimo valore e naturalmente annebbiandogli la mente con l'alcol per loro sconosciuto, rendendo molto più facile il conseguimento dei loro scopi. L'America divenne un grande magazzino di pellicce per l'Europa, agli indiani il compito di riempirlo, ma la cosa più grave è che dissacrarono il loro principio fondamentale, ovvero il rispetto per Madre Natura, Madre di tutti gli animali, dispensatrice di ogni bene, dove tutto deve essere preso con rispetto e senza sprechi. L'uomo bianco sperava che anche i Nativi adottassero questo pensiero, in modo da mettere in moto l'igranaggio destinato in breve tempo a stritolarli senza alcuna pietà.
La minaccia di condannare a morte tutte le culture locali, però, durò ben poco, infatti gli Indiani si resero conto dell'inganno derivato dai bianchi: gli Uroni, gli Urochesi e gli indiani delle coste occidentali dettarono delle regole per far fronte al disorientamento legato a questa nuova negoziazione. Ammisero il commercio con bianchi ma il profitto derivante dagli interscambi non doveva provocare disugualianze con gli altri membri della comunità, generando il principio di redistribuzione tra i mebri della tribù.
Ma l'Europeo impose l'introduzione di nuovi sistemi commerciali: il baratto di cose cosidette "magiche", l'introduzione di nuove "mercanzie mirate", snaturarono totalmente il modo di vivere e di nutrirsi degli Indiani che si ritrovarono di conseguanza a dipendere totalmente dagli europei, e questo ne segnò definitivamente la caduta.
La decimazione delle popolazioni native non avvenne solo con armi più avanzate, ma anche con il contagio di malattie occidentali per le quali i bianchi erano vaccinati, e l'esercito americano fece stragi di bisonti per togliere la loro principale fonte di sostentamento e indurre cosi gli indiani alla fame e di conseguenza alla resa.
Nonostante le tante guerre di resistenza messe in campo da varie tribù guidate da leggendari condottieri (Nuvola Rossa, Cavallo Pazzo, Toro Seduto, Geronimo, Quanah Parker...), i continui massacri senza scrupolo di interi villaggi con migliaia di vittime tra donne e bambini, la riduzione alla fame e alla prigionia, il mancato rispetto di ogni trattato, portarono all'inesorabile tramonto di una delle civiltà più incredibili del pianeta.