Lo sport può creare speranza

dove prima c'era solo

disperazione. È più potente

dei governi per abbattere

le barriere del razzismo.

Lo sport è capace

di cambiare il mondo.

 Nelson Mandela

 

 

 Non crediate a quelli che

vi dicono che il mondo si

divide tra vincenti e

perdenti, perché il mondo

si divide soprattutto tra

brave e cattive persone,

questa è la divisione

più importante.

Poi tra le cattive persone

ci sono anche dei vincenti,

purtroppo, e tra le brave

persone, purtroppo, ci

sono anche dei perdenti.

 J. Velasco  

 

scrivi

 

 

l'OMOFOBIA nella UNIONE EUROPEA

OMOFOBIA E DISCRIMINAZIONE BASATE SULL’ORIENTAMENTO SESSUALE E L’IDENTITÀ DI GENERE NEGLI STATI MEMBRI DELL’UNIONE EUROPEA 

 

 

   Il 18 dicembre 2008 all'Assemblea generale delle Nazioni Unite è stata presentata una dichiarazione forte redatta da Francia e Paesi Bassi per conto dell'Unione Europea e promossa congiuntamente da sessantasei paesi appartenenti a tutte le regioni. La dichiarazione invitava alla depenalizzazione globale dell'omosessualità e condannava le violazioni dei diritti dell'uomo basate sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere. 

 

   A livello di Unione Europea, l'articolo 13 del trattato CE vieta qualsiasi discriminazione basata sull'orientamento sessuale e la Carta dei Diritti Fondamentali dell'UE rappresenta la prima Carta internazionale in materia di diritti dell'uomo in cui figura esplicitamente il termine "orientamento sessuale". Lo studio giuridico dimostra che 18 Stati membri dell'UE offrono già una tutela piuttosto completa contro la discriminazione basata sull'orientamento sessuale, mentre nel luglio 2008 la Commissione Europea ha proposto maggiore tutela a livello comunitario contro la discriminazione in ogni sua forma. 

 

   Tuttavia, la situazione sociale è preoccupante. Negli ultimi anni una serie di eventi verificatisi negli Stati membri dell'UE, quali il divieto di tenere raduni Gay Pride, l'incitamento all'odio da parte di politici e le dichiarazioni di intolleranza da parte di capi religiosi, hanno inviato segnali allarmanti e dato origine a un nuovo dibattito sulla diffusione dell'omofobia e della discriminazione contro lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBT) nell'Unione Europea. Tali eventi hanno spinto il Parlamento Europeo ad adottare una risoluzione in cui si condanna l'omofobia e la discriminazione basata sull'orientamento sessuale. 

 

   Il Parlamento Europeo ha invitato la nuova Agenzia per i Diritti Fondamentali a presentare una relazione comparativa dettagliata, riguardante tutti gli Stati membri dell'UE, in merito alla situazione relativa all'omofobia e alla discriminazione basata sull'orientamento sessuale. In risposta a questa richiesta, l'Agenzia ha condotto un progetto di ricerca a livello legale e sociale su vasta scala. La relazione viene presentata al Parlamento Europeo e alla sua Commissione per le Libertà Civili, la giustizia e gli affari interni come prova delle azioni necessarie al fine di rispettare, tutelare e promuovere i diritti fondamentali delle persone LGBT a livello comunitario. 

 

   L'analisi sociale contenuta nella pubblicazione si basa sui dati e sulle informazioni contenute nelle relazioni nazionali per tutti gli Stati membri dell'UE. Il materiale esclusivo è stato raccolto nel corso di interviste sul campo con le ONG attive in difesa delle persone LGBT, gli organismi di parità e le autorità pubbliche in tutti gli Stati membri e mediante un questionario rivolto alle parti interessate. 

 

   Il lavoro dimostra che l'attuale situazione dei diritti dell'uomo per lesbiche, gay, bisessuali e transessuali non è soddisfacente. Molte persone LGBT sono vittime di discriminazione, bullismo e molestie e al contempo, cosa che suscita maggiore preoccupazione, sono stati segnalati anche casi di aggressioni fisiche: vengono utilizzate parole offensive nei confronti di gay e lesbiche nelle scuole; le molestie possono essere all'ordine del giorno sul posto di lavoro; spesso i rapporti di coppia non godono dei pieni diritti giuridici. In queste condizioni, "l'invisibilità" diviene una strategia di sopravvivenza.

 

   In un'Unione Europea che si basa sui principi della parità di trattamento e sulla legislazione anti-discriminazione, ciò è inaccettabileCosa occorre fare? 

 

   Per combattere in modo efficace le violazioni dei diritti fondamentali occorre in primo luogo un fermo impegno politico nei confronti dei principi della parità di trattamento e della non discriminazione.

I leader politici a livello comunitario e nazionale devono adottare una posizione ferma contro l'omofobia e la discriminazione nei confronti delle persone LGBT, contribuendo in tal modo a un cambiamento positivo degli atteggiamenti e dei comportamenti pubblici. 

 

   In secondo luogo, è necessaria una buona conoscenza della situazione, basata su dati consolidati idonei a orientare lo sviluppo di politiche e azioni basate su fatti concreti. Ma le autorità preposte alla parità di genere e altri organismi specializzati in molti Stati membri devono ancora sviluppare meccanismi di raccolta dei dati e incoraggiare attivamente le persone LGBT a presentare denunce in merito a episodi di discriminazione.

 

   Insomma, c'è ancora molto da fare, ma soprattutto è sul piano educativo e formativo, a partire dal fondamentale ruolo della Scuola, che si potrà vincere questa battaglia contro una delle peggiori piaghe della nostra società.